Una notte insonne quella tra domenica e lunedì, colpa di questo maestrale che s'insidia "noioso" tra finestre e serrande, buon segno per la giornata in arrivo. L'appuntamento è fissato sul campo di gara alle 8,00 del mattino, in programma propone come prime in acqua le prove di windsurfing, rinviate nella giornata di ieri. Oggi le condizioni sono nettamente più appropriate per questa disciplina; le onde frangono regolari spazzolate da un intenso Maestrale, il sole non tarda a manifestarsi colorando intensamente il promontorio di una luce splendente. Puntuali come da programma la prima batteria entra in azione alle 8,45, in un singhiozzante moto ondoso che per colpa della marea tarda a stabilizzarsi. I set più grossi raggiungono i 3 metri, e mettono in evidenza le performance dei riders.
I 45 minuti di heat per i primi 8 qualificandi portano il suo risultato, aggiudicando alla finale un sempre più talentato Gabriele Serra, il cagliaritano viene premiato per la scelta e il tempismo delle sue onde. Anche l'esperto Andrea Rosati non può mancare all'appello, pochi i suoi interventi in questa prima fase di gara, ma qualità e tattica sono sufficienti. Con loro anche il local oristanese, veterano del Capo Francesco Cotza e l'olbiense Nicola Campus. Mentre, dalla parte bassa del tabellone fanno la loro corsa verso le finali; con una performance a dir poco strabiliante Matteo Spanu, conoscitore dello spot come le proprie tasche, pennella geometricamente i muri d'acqua. Con lui anche il milanese Federico La Croce non sembra da meno, con il suo stile radicale e deciso, osa e viene premiato. Un altro cagliaritano in finale, Emanuel Argiolas, anch'esso attento conoscitore delle insidie del Mannu, non si fa sorprendere ma sorprende!
Sono le 11,25, il sole è oramai alto e il cielo terso. La marea è in crescita e con essa la qualità dell'onda. E' tempo di finali! Il race director Sergio Cantagalli opta per un nuovo format proponendo 60 minuti di gara per dare ancor più varietà e scelta d'onda ai finalisti. Tre colpi di tromba e la bandiera rossa issata sul pennone ufficiale danno termine alla finale del NSA Capo del Capo 2010. Combattutissima sino all'ultimo secondo di gara, i giudici espongono in seguente verdetto: L'ottava posizione va a Nicola Campus, sicuramente affaticato da un iniziale "wipe out" che ha visto la sua attrezzatura triturata tra le affilate rocce del Capo. Francesco Cotza (7') porta a casa un valido risultato personale, dopo aver diviso e lottato nell'arena di Capo Mannu con i nomi più prestigiosi del windsurf nazionale. Al 6' posto troviamo Gabriele Serra, anch'egli reduce da un impattante approccio con le rocce della scogliera, lascia i materiali parcheggiati sugli scogli per essere assistito dal rescue team, vistosamente zoppicante se la cava con qualche graffio e una vela in meno. A sorpresa, con una performance singhiozzante è in 5' posizione l'oristanese Matteo Spanu, il talento di Matteo è indiscusso, ma anche quest'anno cadono le speranze di portare " a casa" l'ambito titolo ad un rider locale. A conferma che i rider sardi sono sicuramente un icona del windsurf nazionale l'olbiense GianMario Pischedda è 4', anche lui colleziona qualche punto di sutura oltre al rispetto per le sue entrate sulla parte più verticale dell'onda. Ancora un sardo tra i leader, è Emanuel Argiolas, assiduo frequentatore di questo spot che finalmente marca il suo nome tra le legende del Capo con un meritato 2' posto sul podio, ma il vero Capo del Capo 2010 è il romano Andrea Rosati. Con una pluriennale esperienza di coppa del mondo, e un profilo da wave rider riconosciuto, è indubbiamente l'atleta nazionale più completo nelle varie discipline del windsurf. Oggi anche il "Capo" del Capo!
Ma l'azione a Capo Mannu non si ferma, e con l'uscita dal parco giochi dei longboardes si da il via alle gare di S.U.P. Stand Up Paddlebording per l'anagrafe, la neonata disciplina dalle storiche radici surfistiche. Si è atteso il tardo pomeriggio nella speranza che il vento riducesse d'intensità, ma le forti raffiche ancora increspano le onde rendendo precario l'equilibrio e il controllo agli atleti impegnati in acqua. Vere e proprie masse d'acqua fanno il loro ingresso nell'anfiteatro ritmate dai set. 12 i riders impegnati che, a gruppi di 6 in azione, cercando la posizione ideale per lanciarsi in un ride mozzafiato. Tra le stremati performance, dopo un'ora e mezzo di lotta contro Eolo e Nettuno si qualificano alla finale: il romano Emanuele Guglielmetti reduce dagli allenamenti in Costa Rica, i romagnoli Alessandro Onofri e Mirco Sarti. Dalla capitale due nomi risonati, il pluri-medagliato Leonard Nika e il veterano Pietro Pacitto, e a sorpresa l'organizzatore dell'evento Sergio Cantagalli, finalmente nei panni d'atleta. Guglielmetti infortunatosi nelle semifinali si deve accontentare di un 6' posto seguito da Sarti (5') ed Onofri (4'). Sul podio, la posizone più bassa va a Leonard Nika che è 3' dimostrando alte doti anche nel wave riding, combattuta all'ultima remata la posizione intermedia va a Sergio Cantagalli (2') mentre la più alta di diritto al "Pacittone nazionale" Pietro Pacitto (1'), che con tecnica, tenacia e esperienza si aggiudica il meritato titolo di Capo del Capo 2010.
Si ringraziano tutti i riders che hanno preso parte all'evento, prezioso il supporto tecnico dei giudici di gara, del team O'No? Surf Shop di Oristano, della KiteFamily ASD di Oristano, e il team di Eolo Windsurfing di TorreGrande.
Un ringraziamento particolare va a Graziano Lai, maestro-coordinatore e grande compagno in questa esperianza surfistica.
L'evento è stato reso fattibile grazie al supporto di NISSAN e del progetto NSA (Nissan Sport Adventure) legato al mondo del water-boarding.
Una selezione delle migliori immagini verrà pubblicata sul sito ufficiale: http://www.capodelcapo.com
Pubblicato il 18 maggio 2010 | Blog > News: KITESURF