Negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di provare più di una volta il wingsurfing, e lo abbiamo fatto sia da autodidatti che frequentando un corso di wing surf durante il nostro trip a Lanzarote a docembre, dove il nostro amico Alessandro di Lanzarotekite si è ormai specializzato nell'insegnamento di questo nuovo sport.
Abbiamo quindi deciso di condividere la nostra esperienza, insieme a tutto quello che abbiamo imparato sul wingsurf, incluso qualche piccolo segreto e consiglio per aiutare i novelli wingsurfer a progredire più in fretta, scegliere l'attrezzatura giusta, e valutare se frequentare un corso o provare da soli a cimentarsi con il wing. Ma andiamo con ordine.
Sul web sono ormai centinaia i video sul wingsurfing. Nonostante questo non è ancora uno sport molto diffuso. La prima volta che abbiamo avuto fra le mani una vela da wing è stato al WindFestival lo scorso autunno. Purtroppo li le condizioni non erano ideali: davvero troppo poco vento per capire seriamente qualcosa del wing.
Il nostro primo approccio serio al wingsurfing è stato quindi a Lanzarote, dove il nostro amico Alessandro di Lanzarotekite si era già buttato anima e corpo a scoprire limiti e possibilità di questo nuovo giocattolo...
Abbiamo fatto due pomeriggi di corso di wingsurfing, circa 4 ore in tutto. Abbiamo scelto per le nostre lezioni i momenti in cui il vento era un po' troppo fiacco per divertirci con il kitesurf e come spot non la spiaggia di Famara, dove in quei giorni le onde erano decisamente impegnative, ma una sorta di laghetto artificiale nel vicino paese della Santa, a due passi dal famoso spot di Surf... ed ecco com'è andato il nostro primo corso di wingsurfing!
Il Corso di Wing Surfing #Lezione 1
Il primo giorno Sergio ed io arriviamo belli spavaldi, sicuri che sarebbe stato un gioco da ragazzi. Del resto facciamo kitesurf, surf, skate, sup... insomma quanto mai poteva essere difficile questo wingsurfing in un laghetto con acqua piatta? E poi tutti continuavano a dire che è super facile, uno sport accessibile, per tutti. Insieme a noi c'erano un paio di ragazzi, dei quali nessuno che facesse anche kitesurfing, ma un windsurfista ed un surfista.
Gonfiamo il nostro wing e ci apprestiamo ad infilarci le mute per entrare subito in acqua, impazienti, ma Alessandro ci blocca.
"Facciamo un po' di pratica a terra prima".
Ok, si, in effetti sembra sensato.
Trascorriamo i successivi 10 minuti in piedi, a terra, con i nostri wing fra le mani cercando di familiarizzare con la trazione dell'ala, di individuare la finestra di volo e di capire come muovere l'ala nel vento.
Lo step successivo è imparare a girare l'ala da wingsurfing. Questo è un passaggio molto importante, perchè in caso di caduta in acqua il wing tende a mettersi pancia all'aria e senza la tecnica giusta girarlo può essere una piccola impresa!
In ginocchio, una mano tiene il wing mettendolo al vento e alzandolo il più possibile, l'altra lo fa girare.
Fin qui tutto FACILE.
Mentre facevo questi esercizi a terra non potevo fare a meno di pensare al mio corso di kitesurf, fatto lì vicino (a Fuerteventura) parecchi anni fa. Ricordo molto bene quanto ho faticato per capire come controllare quel kite, che oltretutto all'epoca aveva solo due cavi, e si muoveva come una zanzara impazzita sbatacchiando ovunque.
Dopo si e no 15 minuti era già il momento di entrare in acqua!
Per i primi bordi Alessandro ci ha dato una tavola da Stand Up Paddle, senza foil e con un bel volume.
Tentatino n1. Tenendo la vela con una mano e la tavola sottobraccio mi dirigo in acqua. Mi metto in ginocchio, vela in posizione e... su. Effettivamente non è stato difficile.
Ma faccio appena in tempo a pensare che è davvero facile come dicono che mi rendo conto che in realtà non sto affatto andando nella giusta direzione. Non sto affatto andando di bolina, ma al lasco pieno. Cerco di angolare la vela, ma niente, continuo a perdere acqua. Decido allora di tornare a riva e riprovare, pensando fra me e me che mi sono fatta prendere un po' la mano, ma al secondo tentativo sarei senza dubbio riuscita a bolinare.
Cambio bordo e punto verso la spiaggia.
Considerando che è il primo tentativo sono decisamente soddisfatta. Sono riuscita ad alzarmi e perfino cambiare bordo senza cadere. Ottimo penso fra me. In compenso una volta a riva mi rendo conto che, a differenza di quel che pensavo, non ho semplicemente perso un po' di acqua, ma mi sono fatta portare davvero tanto sottovento. Tornare al punto di partenza con una tavola da sup sottobraccio e l'ala da wingsurfing nell'altra mano non è semplice e mi ha ricordato le tante, tantissime passeggiate fatte quando imparavo a bolinare con il kite, solo che camminare con un sup sottobraccio è molto più scomodo che con una twintip.
Tentatino n2. Torno in acqua pensando alla posizione da tenere per non farmi trascinare al lasco, ma nel tentativo di stringere il più possibile tenendo la vela a bordo finestra il tip dell'ala tocca l'acqua e... cado. Il tempo di rimettermi in ginocchio sulla tavola, girare il wing, rimettermi in posizione e mi rendo conto che sono finita ancora più sottovento di prima. Anche stavolta torno a piedi al punto di partenza.
Tentativo n.3 - Tentativo n. ...? Trascorro l'ora seguente facendo un tentativo dopo l'altro, sempre cercando di tornare al punto di partenza, ma niente. Non riesco a bolinare. Per un motivo o per l'altro finisco sempre sotto vento. Soprattutto perdo acqua quando parto e quando cambio bordo, acqua che comunque non riesco a recuperare mai abbastanza. Per non parlare del fatto che non appena mi distraggo un attimo le braccia si abbassano, il tip tocca l'acqua e sia io che il wing finiamo in acqua.
Non che agli altri sia andata molto meglio, ad eccezione del windsurfista. Lui effettivamente sembra avere già un miglior controllo della vela e riesce già a fare dei tratti di bolina.
Il vento ormai è calato troppo per continuare. Ripieghiamo l'attrezzatura e torniamo verso casa.
Il Corso di Wing Surfing #Lezione 2
Il secondo pomeriggio il vento sembra leggermente migliore, meno rafficato e un po' più teso, e questa volta Alessandro ci affida dei sup con il foil. Oggi ci sono altri allievi, quindi Sergio ed Io ci alterniamo in acqua, ma devo ammettere che la cosa non mi dispiace affatto, perchè anche se non è una fatica paragonabile a quella delle prime uscite con il surf, non è male riposare braccia e spalle ogni tanto. Dopo un breve riepilogo a terra entro in acqua.
Tentativo n.1 Ormai riesco a mettermi in piedi in posizione abbastanza in fretta, anche se è evidente che c'è ancora molto margine per migliorare. Una volta in posizione cerco di spingere sulle gambe e pompare, come ho visto fare nei video, per far alzare la tavola ma concentrata come sono sulla tavola non mi accorgo che la vela tocca l'acqua e cado.
Mi aspetta la solita camminata per tornare sopravento, ma trasportare il sup con il foil ed il wing in una volta sola è piuttosto complicato. Per fortuna Sergio mi viene in soccorso!
Mentre aspetto che venga di nuovo il mio turno osservo gli altri allievi ed i loro progressi. Il ragazzo che faceva windsurf è indubbiamente un po' più avanti a noi. La sua posizione è migliore e riesce a tenere abbastanza la bolina. Tuttavia anche lui ancora non riesce a far sollevare la tavola.
Tentativo n.2 Quando tocca di nuovo a me cerco di concentrarmi sulla posizione, purtroppo però il vento sta calando e tranne qualche raffica sento che non può essere sufficientemente forte. In compenso sento lavorare la pinna in acqua e finalmente riesco a bolinare, anche se ancora non abbastanza da tornare al punto di partenza. Continuo a finire sempre un po' sotto vento.
Tentativi n.xx Continuiamo a provare ancora un po', sebbene Alessandro ci abbia avvisato che con il foil che abbiamo ed il vento così scarso è quasi impossibile sollevarci. E infatti riesco solo per un breve momento a sollevarmi, ma non a tenere l'andatura a lungo.
Nel frattempo incrocio Max, un local che è una nostra vecchia conoscenza, che mi lascia letteralmente di stucco con alcune manovre superstilose e qualche bel salto... decisamente frustrante!
Avevo dimenticato le lunghe passeggiate in spiaggia con il kite in cielo prima di imparare a bolinare, così come le giornate trascorse a guardare gli altri kiters che sfrecciavano e volteggiavano in aria mentre per me le condizioni non sembravano mai adeguate. Questi tentativi con il wingsurfing mi hanno riportato tutto quanto alla mente.
Conclusioni
Senza dubbio è ancora un po' presto per trarre conclusioni, ma se ci sono alcune cose che ho capito sono:
1. Prima di andare in acqua aiuta molto imparare come maneggiare l'ala a terra.
2. Se possibile fate le vostre prove con un minimo di 15 nodi e meno di 25 e scegliete con cura uno spot con spazio sufficiente per scarrocciare senza problemi e, ovviamente, acqua piatta.
3. Provate prima con una tavola da sup, senza foil, bella voluminosa. Bolinare con una tavola da sup è difficile, soprattutto all'inizio quando non avete ancora acquisito la giusta sensibilità, però è davvero un ottimo esercizio.
4. Quando passate al foil usatene uno con un'ala anteriore molto larga (minimo 1800, ma 2000 anche meglio).
5. Il Wingsurfing è davvero abbastanza semplice, sicuro e adatto a tutti, ma con qualche piccola precisazione.
Che il wingsurfing sia facile è già un luogo comune ormai così diffuso che chi vi si avvicina la prima volta rischia di scoraggiarsi se non riesce al primo bordo a chiudere qualche manovra... Io stessa ero convinta che avrei bolinato al primo bordo, ma così non è stato... e menomale, altrimenti probabilmente mi avrebbe già annoiato!
Direi che il Wingsurfing è difficile? Non direi nemmeno questo, almeno non se lo confrontiamo con il kitesurfing.
Il wing surfing è uno sport a cui ci si può avvicinare facilmente, planando, stando in acqua e divertendosi già dal giorno 1. Quello però è solo un primo passo verso la progressione, considerando che le possibilità sono ancora tutte da esplorare e guardando Max ho capito che ne vedremo presto delle belle!
Un secondo appunto vorrei farlo sulla sicurezza.
Usare il wing con una tavola da sup è davvero una cosa alla portata di tutti e che non presenta rischi, a patto ovviamente di usare un po' di buon senso riguardo alla scelta della location e delle condizioni. L'aggiunta del foil lo rende senza dubbio più emozionante ed un pochino più pericoloso, ma non così tanto come usare il foil ad esempio con il kitesurfing. Le dimensioni della tavola rendono quasi impossibile al foil di girarsi in su, quindi caderci sopra è davvero un'eventualità abbastanza remota. Resta il problema di proteggersi in caso di urto accidentale in acqua, quindi casco e giubbino sono sempre fondamentali... oltre ovviamente ad una giusta dose di buonsenso nella scelta delle condizioni giuste per le vostre prove.
E tu hai già provato? Com'è andata? Oppure non hai ancora provato e vorresti farci delle domande o vuoi provare anche te? contattaci!