EN
cerca

KITESURF

kitesurf trip a Guadalupe

La nostra vacanza invernale fra kite e surf

Spiagge bianche, acqua cristallina, palme che si protendono sul mare come nella più scontata delle cartoline, natura rigogliosa e sfrontata, sole, vento, onde perfette e imponenti, gente tranquilla, paesini colorati, frutta di ogni tipo e colore, aragoste e sopra a tutto Rum... tantissimo Rum: ecco Guadalupe anzi Guadeloupe.

Guadalupe non è una delle mete più frequentate per il kitesurf, e lo dimostra la domanda costante che ci ha inseguito in questi ultimi mesi: perché Guadalupe?

I motivi di un viaggio sono sempre molti e spesso sono il risultato di una serie di coincidenze: i prezzi dei biglietti aerei abbordabili, insieme a quelli delle sistemazioni sull'isola, hanno sicuramente avuto un ruolo nella scelta, così come chiacchierate casuali con amici (windsurfisti e kiters che di mari ne hanno navigati parecchi) che stavano anch'essi pensando ad una meta che potesse avere condizioni simili a Barbados ma un po' meno affollamento. Tutto questo, insieme alle statistiche del vento ed alla promessa di belle onde, ci ha convinto ed ha convinto un bel gruppetto ad unirsi a noi in quest'avventura. Alla fine infatti ci hanno raggiunto Bob e compagna più un altro gruppetto capitanato da Karulus e compagna... alla fine quando arrivavamo agli spot facevamo noi l'affollamento!!

Il volo con Air France dall'Italia prevede un cambio di aeroporto a Parigi, ma a parte questo il viaggio è piuttosto comodo e, dettaglio non trascurabile, l'attrezzatura da kitesurf rientra nella franchigia bagaglio se entro i 2 metri di lunghezza (2 valige da 23 kg a testa), quindi nessun costo extra per il trasporto attrezzatura (nemmeno per noi che viaggiavamo in 2 con 2 surfini, uno skimboard, una twintip e 4 vele, più accessori)! Altro piccolo dettaglio è che non serve passaporto: Guadalupe è Francia e quindi comunità Europea a tutti gli effetti: un pezzetto di Francia nel mar dei Caraibi dove si parla francese, si mangiano baguette e croissant insieme a qualche piatto dal sapore creolo.

Guadalupe è in realtà un arcipelago composto da varie isole ed isolette, di cui le due principali, unite da un ponte che permette di passare dall'una all'altra, sono Grande Terre (la più conosciuta e turistica, dove si concentrano quasi tutti gli spot di Kitesurf) e Basse Terre (più selvaggia, se possibile ancora più verde e meno affollata).

Noi avevamo scelto come base un piccolo appartamento a Grande Terre, nella cittadina di Le Moule, conosciuta per gli spot di Surf, ma anche per lo spot wave per windsurf e kitesurf.

Arriviamo a Pointe à Pitre la sera del 22 dicembre con 2 valige che mancano all'appello (una con le ali e l'altra con trapezi e accessori), ma per fortuna ci tranquillizzano subito dicendoci che le hanno individuate e che ci raggiungeranno il giorno seguente. Recuperiamo la macchina a noleggio e ci fiondiamo all'appartamento. La mattina seguente, non essendo ancora arrivata la nostra attrezzatura, ci dedichiamo all'esplorazione dei dintorni e soprattutto degli spot, in modo da non farci trovare impreparati il giorno seguente dal vento che stava già soffiando bello teso da nord-est.

Fra Le Moule e Sainte Anne sono diversi gli spot di kite, ed ancor più quelli di surf da onda. Gli spot di kite sono caratterizzati dalla presenza del reef ad una certa distanza dalla spiaggia, in genere circa 400/500 metri. All'interno del reef l'acqua è sempre piatta, come in una laguna e solitamente non ci sono altri scogli o pericoli cui prestare attenzione. Al di fuori si trovano le onde... e ce n'è sempre almeno un po'!

Lo spot di Le Moule si trova alla spiaggia di Les Alizés, in direzione ovest, poco dopo il porto dei pescatori. Questo è senza dubbio lo spot che più ci è rimasto nel cuore, non solo per la bellezza delle sue onde così perfette, ma anche perché ha avuto per noi il sapore della conquista, delle cose difficili e che non possono mai essere date per scontate. Arrivando dalla strada che scende dall'alto si vedono subito le onde al di fuori di una laguna delimitata dal reef. La spiaggia è lunga ma lo spazio per alzare la vela è tutt'altro che ampio per via delle palme e degli altri alberi che crescono praticamente fin sul bagnasciuga. Il vento ideale per surfare è l'Est, cioè la direzione dell'aliseo, che è side/side-off. Durante i primi giorni della nostra vacanza tuttavia ci è capitato di uscire a Le Moule con vento da Nord Est. Dentro il reef l'acqua è piatta con solo un po' di chop. Fuori dal reef ci sono le onde più belle che ci sia mai capitato di vedere e surfare: sinistre lunghe, morbide, regolari. Nei giorni in cui il mare era piccolo erano alte comunque circa un metro e mezzo, ma nei giorni buoni hanno raggiunto i tre metri... e a quanto ci hanno detto possono essere anche molto più grandi!

In acqua non c'era quasi mai nessuno: durante tutta la nostra vacanza abbiamo visto in tutto 4 o 5 local con il windsurf e 2 o 3 con il kite, ma mai tutti contemporaneamente!

E ora il lato negativo... ovvero il motivo x cui non c'era un grande affollamento.

Per surfare le onde è necessario uscire dal reef che chiude la baia e questo è possibile attraverso 4 passaggi nel reef (i local ne conoscono anche qualcuno in più), che però non sempre sono tutti percorribili (dipende dalla marea e soprattutto dalla direzione del vento). Tre di questi passi sono segnalati con delle bandiere. Si tratta di canali, spaccature nel reef affiorante, larghi un paio di metri che, inutile dirlo, vanno imboccati con molta attenzione. Noi ci siamo andati piuttosto cauti: la prima volta ho provato a passare con una twintip ai piedi (e durante il rientro sono stata molto felice di aver scelto quella e non il surfino!). Una volta fuori il vento non spinge verso il reef e le onde rompono subito prima, tuttavia bisogna fare molta attenzione alle correnti molto forti che tendono a spingere sottovento ed al vento che, soprattutto quando ci sono temporali nei dintorni, può finire molto velocemente, costringendo ad un rientro di fortuna decisamente poco consigliabile, poiché perso anche l'ultimo passaggio non ci sono altri punti per passare sul reef... (ecco perché molti local vanno in acqua con delle scarpette infilate nella lycra).

Qui abbiamo trovato dei local veramente gentili, ospitali e sempre disponibili (oltre che veramente in gamba). Sapendo della pericolosità dello spot sono sempre pronti a darti una mano (compreso i windsurfisti) e consigli su come evitare di farsi male.

Lo spot di Saint Francois è una laguna piena di barche... decisamente poco interessante.

Saint Anne ha vari spot fra cui il principale per il kitesurf è alla baia di Bois Joulan. Questo è anche lo spot più affollato con una cinquantina di kite nel finesettimana. Il motivo è che nella laguna c'è sabbia quasi ovunque, quindi lo spot è adatto anche ai principianti ed agli amanti del freestyle. Anche qui il reef delimita la laguna, ma qui si può passare sopra quasi ovunque senza problemi. Si deve fare attenzione al reef solo sottovento, dove è facile finire facendosi prendere la mano dalle onde e in alcuni punti sopravento o con marea  bassa. Le onde fuori dalla laguna possono essere anche piuttosto grandi ma decisamente meno invitanti rispetto a quelle di LeMoule: frammentate in po' troppo incasinate e con molto chop.

Poco sottovento si trova lo spot del Club Med, frequentato soprattutto da windsurf ma anche dai kiters. Lo spot è molto facile e adatto anche ai principianti per via dell'assenza di reef nella laguna di sabbia. Questo spot è anche il miglior compromesso per chi è in vacanza con fidanzate/mogli/amici che non fanno kite perché è una delle spiagge più belle dell'isola... rovinata solo dal sovraffollamento e dal clima da "villaggio-vacanze" con tanto di comparsa vestita da Pirata che rompe il cocco... Qui, al di fuori della laguna ci sono 3 picchi. I due a destra sono più pericolosi perché tendono a portare sul reef. Quello a sinistra invece non ha pericoli, però serve una bolina molto, moto lunga per raggiungerlo... per questo molti vi arrivano scendendo in downwind da Bois Joulan.

Proseguendo verso Le Gosier si trova lo spot delle Saline.

Arrivando allo spot il primo impatto è tutt'altro che buono: mucchi di alghe maleodoranti ammassati sulla spiaggia, acqua non limpida per i primi 50 metri e poca spiaggia al sole perché la vegetazione è molto fitta.

Superate le apparenze lo spot si è rivelato una palestra molto, molto divertente. Tutta la baia ha acqua piatta, cristallina, senza chop, né scogli né reef. Molto sopravento, a quasi 500 metri dalla spiaggia, si trova un banco di reef con circa 50cm di acqua sopra (non si tocca nemmeno con il surfino e la bassa marea). Per di più è completamente ricoperto di alghe e sabbia, così che in pratica è un tappeto morbido su cui una scuola locale fa perfino corsi di kite portandoci gli allievi col gommone.

Sulla destra dello spot c'è un picco d'onda che varia da 1 metro poco più di un metro e mezzo. Si tratta di destre molto facili e divertenti, senza alcun pericolo di toccare il reef sotto.

Anche qui la poca gente ti permetteva di surfare e divertirti in tutta sicurezza.

Veniamo al Meteo

Durante i 17 giorni della nostra vacanza abbiamo potuto surfare quasi ogni giorno. I giorni completamente senza vento sono stati solamente 2, mentre qualche giorno ha fatto solo un paio di ore di vento al mattino o al pomeriggio. La condizione più frequente è stata di vento leggero, 16 – 18 nodi, ma eolo ci ha anche regalato qualche bella giornata con vento intorno ai 25 nodi e onda grande, veramente grande e pulitissima.

Durante i pochi giorni senza vento e in qualche ora fra una surfata al mattino ed una al pomeriggio, ci siamo anche dedicati ad esplorare l'isola ed immergerci un po' nei suoi colori, nei suoi sapori e nel suo ritmo rilassato. Guadeloupe è completamente ricoperta da una vegetazione tropicale lussureggiante. Ovunque ci sono Palme, alberi da frutto carichi di delizie e fiori con colibrì che vi svolazzano sopra insieme a molte altre specie di uccelli e farfalle. Un signore ci ha raccontato che si dice che a Guadeloupe nessuno potrà mai morire di fame perché tutto ciò che serve per sfamarsi si può cogliere comodamente dagli alberi che crescono spontaneamente ovunque: noci di cocco, banane, guava, maracuja e molti alberi del pane.

Le Saut de la lezard è una cascata raggiungibile con una camminata di circa mezz'ora nella foresta tropicale, su un sentiero di fango scivoloso, fra banani ed altri alberi imponenti, nel caldo un po' appiccicoso, per ritrovarsi all'improvviso, appena il sipario di rami, radici, foglie e liane si dirada, di fronte ad uno scenografico salto del fiume di una decina di metri in una pozza di acqua fresca e cristallina che invita a tuffarsi.

L'ilet le caret invece è un piccolo pezzetto di sabbia in mezzo al mare, uno dei tanti, abitato da una decina di palme e qualche ciuffo d'erba. Per raggiungerlo abbiamo accuratamente evitato le barche delle gite organizzate piene zeppe di turisti chiassosi ed invadenti e abbiamo scelto di farci dare un passaggio da un pescatore, ormai sono tutti abituati a questo tipo di servizi e non si fanno affatto pregare... se non per trattare un po' sul prezzo! L'isolotto è a circa quindici minuti di barca dal porto di Saint Rose e per raggiungerlo si naviga in una laguna classificata dall'Unesco riserva naturale della biosfera delimitata da oltre 20km di barriera corallina e ricca di foreste di mangrovie. L'Ilet le Caret è una lingua di spiaggia bianchissima, circondata da acqua turchese e ricoperto da un ciuffo di vegetazione. Un piccolo paradiso, se non fosse per le decine e decine di turisti che arrivano in ondate chiassose e ripartono solo dopo aver mangiato, bevuto e ballato con un po' di musica troppo alta.

L'isolotto è anche uno spot di kitesurf, ma purtroppo il giorno che lo abbiamo visitato il vento non ci ha assistito e non abbiamo potuto verificare se le onde da nord sono veramente belle come dicono.

Non avendo visitato altre isole dei Caraibi, ma essendo stati lo scorso anno a Paracuru in Brasile nello stesso periodo, il paragone è stato per noi inevitabile. Paracuru è un piccolo paesino tranquillo nel nord est del Brasile, abbastanza lontano da Fortaleza da essere sicuro, una sorta di piccola oasi in un paese in cui è sempre bene fare attenzione. A Paracuru lo spot è uno soltanto: Quebramar. Ci sono alcune lagune poco distanti ma sono praticabili solo se la stagione delle piogge è stata abbondante. Qui le distanze sono enormi e per spostarsi verso altri paesi e spot servono molte ore di viaggio (con taxi molto costosi o auto a noleggio altrettanto costose e decisamente precarie). Quindi, se non fa vento, non sono poi tante le cose da fare o vedere nei dintorni.

Guadalupe è un pezzo di Europa: sicura, tranquilla, economicamente sviluppata. Questo significa tranquillità di girare in lungo e in largo a qualunque ora e possibilità di trovare tutte le comodità cui si è abituati... ma naturalmente significa anche costo della vita più alto (sebbene anche i prezzi in Brasile stiano salendo a ritmi forzati). Per quanto riguarda il clima Guadalupe è un po' più piovosa (ma ci hanno detto che normalmente lo è molto meno in questo periodo), mentre la temperatura di aria e acqua era di qualche grado in meno rispetto a Paracuru anche se abbiamo usato una felpa leggera solo qualche sera. Il vento che abbiamo trovato nei nostri due viaggi è stato decisamente simile sia come percentuale che come intensità. Le onde invece non sono affatto paragonabili... lì Guadalupe vince senza appello!

Volo: AirFrance via Parigi (con cambio di aereoporto). Trasporto attrezzatura incluso nel prezzo.

Dormire: a Guadaloupe si trovano molte sistemazioni per tutti i gusti e tutti i prezzi...basta una buona ricerca online. Consiglio di cercare nella zona di Saint Anne.

Mangiare: Nei ristoranti si mangia per lo più cucina Francese, solo un po' più speziata, ed i prezzi sono decisamente europei. Diffusissime e a buon prezzo sono le aragoste. Si trovano però anche alcuni piccoli ristorantini / furgoncini che preparano piatti creoli fra cui i Bokit (pasta fritta ripiena di quello che si vuole come pollo, affettati ecc.). In ogni caso quello che non manca mai è il Rum, distillato direttamente nelle svariate distillerie dell'isola, di questo ce n'è per tutti i gusti: liscio, invecchiato, in punch di frutta o 'ti punch.
Nei supermercati e nelle botteghe si trova veramente di tutto, incluso pane, croissant e molte specialità da forno francesi.
Frutta e verdura sono un tripudio di colori e sapori. La frutta in particolare è abbondante, di infinite varietà e tutta assolutamente deliziosa. Ad ogni angolo di strada si possono trovare botteghe ben fornite di qualsiasi frutto tropicale vi venga in mente.

Muoversi: noi abbiamo noleggiato un'auto e abbiamo trovato che fosse assolutamente indispensabile per muoversi fra gli spot e girare l'isola che non è poi tanto piccola.

Fuso orario: - 5 ore rispetto all'Italia

Moneta: Euro. Ci sono banche e bancomat ovunque.

Internet / telefono: la maggior parte delle abitazioni sono dotate di wifi (veloce e funzionante). Il telefono in teoria dovrebbe funzionare come in Francia, ma in realtà molti con ricaricabili hanno avuto problemi... per fortuna c'era internet e skype funzionava splendidamente!

Prese: non sono necessari adattatori. Le prese sono Europee.

Pubblicato il 22 gennaio 2012 | Blog > Viaggi: KITESURF

ADV
SHOP

CONTINUA A LEGGERE

Barbados, viaggio nella mecca del surf e kitesurf

Il nostro surf e kitesurf trip a gennaio 2019

Barbados è un'isola dei Caraibi che non ha certo bisogno di presentazioni, soprattutto fra gli appassionati di surf e kitesurf. Da sempre destinazione privilegiata di surftrip e kitetrip, grazie alle sue condizioni ideali, dovute anche alla sua posizione che ne fa una delle isole

SCARICA APP
all the google javascript goes here